LA CURA PSICOANALITICA DEI CASI COMPLESSI
Di Alberto Sonnino
Recensione di Giovanna Cocchiarella
Ho accolto con molto entusiasmo l’invito a recensire questo secondo libro in ordine di uscita per Franco Angeli di Alberto Sonnino, psichiatra e psicoanalista della Società Italiana di Psicoanalisi.
I temi affrontati e presentati dall’autore in questo testo con grande cura e profondo rigore teorico hanno da subito catturato il mio oramai datato interesse per la terapia dei “casi complessi” come l’autore li definisce nello stesso titolo del testo. L’immagine della prima di copertina, il Bacio di Gustav Klimt, introduce ex abrupto il lettore nell’intuizione freudiana dell’esistenza dell’inconscio.
Dal 1874 al 1895 Freud si dedicò allo studio della vita mentale in termini neurobiologici, in seguito i suoi studi lo condussero alla scoperta dell’inconscio, delle pulsioni, profondamente inscritte nella psiche umana e a sviluppare l’idea di un continuum tra la vita mentale normale e la malattia mentale.
L’opera di Klimt, coevo di Freud e profondamente influenzato dalle sue teorie scientifiche, a partire dagli elementi biologici raffigurati sulle sue tele, promuove l’emersione della verità nascosta sotto la superfice, lo sguardo dell’osservatore attratto dai numerosi elementi simbolici coglie il significato profondo sotteso all’immagine concreta restandone catturato addivenendo a nuovi significati.
Così, nella lettura del testo di Sonnino, l’intervento psichiatrico e il metodo psicoanalitico si integrano nella restituzione di senso che trasforma la mera malattia mentale in una profonda e temibile esperienza umana.
I brani clinici da lui proposti esprimono la passione e l’impegno che sostengono e animano necessariamente il lavoro di chi si cimenta con la patologia mentale grave nei nuovi contesti di cura, attraverso una dettagliata e puntuale descrizione clinica Sonnino riesce ad esplorare nuove formulazioni teoriche che si aggiungono agli sviluppi attuali in tema di trattamento analitico della patologia mentale grave, disturbi borderline, forme narcisistico-identitarie, psicosi.
Il lettore è condotto nella galassia psicosi, nella sua complessità confrontandosi con l’enigma che la genera e la sostiene.
L’autore mette in tensione la teoria psicoanalitica per decrittare le forme più estreme del disturbo mentale, nei casi clinici da lui presentati la psicoanalisi si cimenta con la necessità di piegare il setting ricorrendo ad “assetti flessibili” senza mai tradire i parametri di base della teoria psicoanalitica ( la concezione della vita inconscia, la psicosessualità, la presenza dei conflitti intrapsichici, etc.).
Si tratta di un’opera di sintesi, punto importante di arrivo di un approfondito studio teso a dimostrare come la patologia mentale grave possieda una sua logica interna. Alberto Sonnino, alla luce della sua lunga esperienza, avendo dedicato il suo impegno in questo campo specifico per circa quaranta anni sia nei servizi di salute mentale che nello studio privato, riesce nel suo testo a coniugare grande chiarezza espositiva investigando la clinica e la tecnica.
Più in dettaglio affronta i punti cardine del trattamento psicoanalitico dei pazienti gravi stressando il concetto di “caso complesso” da lui definito sulla base della “mancata risoluzione della simbiosi con la propria famiglia o del grado di differenziazione raggiunto dalle figure parentali”.
In sintesi, non è la severità della diagnosi categoriale o dimensionale che sia a richiedere variazioni del setting e/o ad imporre deviazioni tecniche.
L’autore, attraverso la puntuale descrizione di vivide vignette cliniche ci dimostra come siano le famiglie ad alto tasso di simbiosi o a basso livello di differenziazione raggiunto dalle figure parentali a sabotare qualunque intervento terapeutico messo in atto, squalificandolo al fine di mantenere immutati i legami e le dinamiche interne al gruppo familiare per non modificarne l’omeostasi.
In questa prospettiva trova spazio la possibilità di includere il lavoro in contemporanea con i familiari dei pazienti in assetti flessibili per assicurare una certa quota di collaborazione ed evitare sabotaggi e intrusioni distruttive e anche di favorire una ricostruzione storica degli eventi alla base della patologia.
A questo proposito il testo contiene un’approfondita esposizione sul rapporto tra verità storica o verità psichica che contempla maggiormente il ruolo soggettivo della rielaborazione psichica e la verità materiale, partendo dalla teoria traumatica di Freud fino alle più recenti teorizzazioni di psicoanalisti contemporanei.
Nella terza e ultima parte del libro Sonnino affronta il rapporto tra psicoanalisi e trattamento psicofarmacologico promuovendone potenziali linee di sviluppo, suggerisce infatti l’ipotesi che l’azione stessa degli psicofarmaci possa essere letta in chiave metapsicologica lasciando inoltre spazio a riflessioni più propriamente tecniche come l’opportunità di impiegare nel trattamento setting unificati o separati. Nella stessa prospettiva va inteso l’uso della rTMS, Stimolazione Magnetica Transcranica ripetitiva nel trattamento delle addiction associato alla terapia psicoanalitica.
Sonnino riesce ad attenuare le premesse di una possibile antinomia tra l’operare psicoanalitico volto ad esplorare la valenza simbolica propria del sintomo, e l’azione del farmaco o della rTMS che invece mirano a ridurre l’entità del sintomo sino a farlo scomparire.
Il testo dimostra che un vero lavoro di psicoanalisi è possibile ed efficace anche nel trattamento della patologia mentale grave qualunque sia il ritmo e il setting impiegato, il volume contiene anche l’esposizione e l’analisi di materiali clinici raccolti durante la sua lunga esperienza professionale, esemplificativi dello specifico approccio psicoanalitico dell’autore.
Scritto in un linguaggio competente e chiaro, questo libro può trovare posto nell’equipaggiamento di psicoanalisti, psicoterapeuti e psichiatri inclini a coniugare il rigore della teoria con l’interesse appassionato per la clinica.
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